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Ratto arboricolo dalla cresta rossa

Caratteristiche

Il ratto arboricolo dalla cresta rossa (Lophiomys imhausi) è un roditore dalle dimensioni decisamente grandi!

La lunghezza della testa e del corpo va da 180 ai 305 millimetri, la lunghezza della coda dai 145 ai 205 millimetri e può raggiungere un peso che sfiora 1kg.

Ha una pelliccia densa e tendenzialmente lunga, corredata da una cresta di peli neri che corre lungo il dorso.

La testa vira al nero, le orecchie sono abbastanza corte, arrotolate e ricoperte di peli scuri sulla superficie esterna e sono circondate da una peluria bianca lungo i bordi.

Ha corti arti e, mentre le dita delle zampe sono provviste di artigli ben sviluppati, il pollice ne è sprovvisto ed è parzialmente opponibile.

Dal punto di vista anatomico, lo stomaco di questo ratto è suddiviso in cinque stanze, rendendolo più simile a quello dei ruminanti che a quello dei Muridi o Cricetidi, ciò gli permette di digerire agevolmente anche la cellulosa.

Habitat e distribuzione

Vive in zone molto estese e varieggiate.

Dal Sudan nord-orientale alla Somalia, dall’Uganda alla Tanzania occidentale.

In passato è stata registrata anche la sua presenza in Arabia Saudita.

Vive in habitat molto diversi tra loro: boschi secchi, foreste montane e ambienti rocciosi fino a 3000 metri circa di altitudine.

Per la grande estensione e la varietà dell’habitat, la IUCN ha classificato il ratto arboricolo come “specie a rischio minimo”.

Alimentazione e comportamento

Si nutre di foglie e teneri germogli, frutta e radici.

In cattività hanno però dimostrato di apprezzare molto anche cereali, insetti e perfino carne.

Questo animale è parzialmente arboricolo, lento, solitario e notturno. Di giorno si nasconde nelle cavità degli alberi o in buche.

Curiosità:

È meglio non farsi trarre in inganno da questo animaletto!

Se disturbato, diventa particolarmente aggressivo, soffia e ringhia alzando la cresta sul dorso, per esporre le linee laterali e attirare l’attenzione dell’eventuale predatore (e ne ha davvero pochi) sulle ghiandole che emettono un terribile puzzo.

Ma quello che davvero rende unico questo mammifero, è la tecnica difensiva che adotta in caso di minaccia!

Questo roditore mastica la corteccia dell’albero Acokanthera per estrarre l’essenza velenosissima per poi applicarla sui peli dei fianchi, che hanno una particolare struttura a nido d’ape, molto spugnosa.

Ancora oggi rimane un mistero come possa sopravvivere all’eventuale ingestione del veleno, che viene usato dalle popolazioni locali per cacciare, spalmandolo sulle frecce.

Per questo suo comportamento, in passato è stato ritenuto essere un animale estremamente velenoso (teoria avvalorata comunque dal fatto che molti cani erano morti dopo averne azzannato uno).

Per quanto riguarda la riproduzione invece, a causa della sua propensione a rimanere nascosto, non si sa molto. 

Le femmine partoriscono da uno a tre piccoli alla volta, che presentano alla nascita una leggera peluria che si ispessisce diventando sempre più scura già dopo nove giorni di vita.

Dopo pochi giorni, aprono gli occhi e dopo un mese di vita vengono svezzati dalla madre.