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Mangusta egiziana – (Herpestes ichneumon)

Caratteristiche

La mangusta egiziana o icneumone (il cui nome scientifico è Herpestes ichneumon) è un mammifero carnivoro parte della famiglia degli Erpestidi.

Era un animale considerato sacro nell’antico Egitto, lunga circa 110 centimetri (di cui 45 solamente di coda).

Il suo mantello è di colore grigio screziato di marrone; il muso è appuntito e gli occhi sono circondati da un anello di pelle nuda.

Il suo nome deriva dal greco antico ichneúmōn, che significa “che segue le tracce”.

Comportamento

La mangusta egiziana si nutre di piccoli animali di ogni tipo, compresi serpenti velenosi, sebbene non siano immuni al loro veleno.

Riesce a sopraffarli con attacchi fulminei e ne mangia anche le uova, che afferra con le zampe anteriori per poi lanciarle contro una roccia per romperle.

La gestazione di questo animale dura intorno ai 60-84 giorni e ogni parto può dare alla luce fino a quattro piccoli, che raggiungono l’età adulta tra i sei e i dodici mesi.

Habitat

È diffusa in gran parte dell’Africa, in Asia Minore e in Palestina, in savane e boscaglie, preferibilmente vicino ai corsi d’acqua.

È possibile avvistarla anche in Spagna e Portogallo (ed è l’unica specie di mangusta diffusa nell’Europa meridionale).

Curiosità

Come abbiamo già scritto, nell’antico Egitto la mangusta egiziana era venerata come un animale sacro e la si può infatti trovare raffigurata in molti affreschi e rilievi, in particolare di età tolemaica, ma anche dell’Antico Regno.

La sua popolarità deriva dal fatto che è un animale abilissimo nella caccia ai serpenti; diversi racconti e miti girano intorno a questo particolare animale, e molti provengono da fonti autorevoli quali Aristotele, Erodoto e Plinio il Vecchio.

Quest’ultimo, per esempio, racconta che gli abitanti dell’Egitto credevano che le manguste egiziane saltassero in bocca ai coccodrilli per ucciderli, strappando loro il cuore.