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Il ragno bianco

Il Thomisus Onustus, noto comunemente come ragno bianco, è un aracnide dalle piccole dimensioni, diffuso in quasi tutta Europa e in Africa settentrionale, che vive e caccia nell’erba.

Noto anche come ragno granchio, si sposta sia in avanti che lateralmente e si apposta sui fiori per cacciare le proprie prede. L’altro suo nome, ragno camaleonte, è dovuto alla capacità di cambiare colore.

A differenza della maggior parte degli aracnidi, il ragno bianco non tesse la tela ma tende dei micidiali agguati alle sue prede che attende pazientemente sui fiori. Gli esemplari di questa specie aggrediscono le loro prede con movimenti rapidi e le immobilizzano grazie al veleno del loro morso. Si nutre di insetti che si nutrono sui fiori, particolarmente api bombi e ditteri.

Le dimensioni del ragno bianco sono differenti a seconda del sesso: il maschio, più piccolo, non supera i 4mm di grandezza, mentre la femmina raggiunge anche i 10mm. La differenza tra i sessi è evidente anche dal colore: più scuri i maschi, che tendono al marroncino, e più chiare le femmine che variano dal bianco al giallo al rosa, a seconda del fiore su cui si posano.

La sua particolarità è quella di poter, col tempo, cambiare colore per mimetizzarsi tra i fiori a vantaggio della caccia e per proteggersi dai predatori. La particolarità del loro metodo di caccia, infatti li costringe a stare la maggior parte del tempo in piena vista sui fiori. Da qui la necessità di assumerne il colore per camuffarsi agli occhi dei predatori.

L’accoppiamento avviene in tarda primavera-estate e le uova si schiudono dopo circa 20 giorni dalla deposizione. Le femmine gravide hanno una caratteristica forma globulare e possono deporre centinaia di uova all’interno di una sacca realizzata con la loro tela. Fino alla schiusa delle uova hanno un atteggiamento estremamente protettivo e mai si allontanano dal nido.

Si tratta di un ragno per noi innocuo: le sue chele non possono bucare la nostra pelle e non è dotato di denti. La sua tecnica di caccia si basa sull’immobilizzazione e la “digestione” esterna della preda: con il suo morso inietta all’interno della sfortunata preda gli enzimi digestivi che hanno lo scopo di liquefarla, in modo che il ragno bianco possa nutrirsi succhiandola.