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Cetonia aurata: caratteristiche e curiosità

La Cetonia dorata (Cetonia aurata) appartiene alla famiglia degli Scarabeidi, sottofamiglia Cetoniinae.

Può arrivare fino a due centimetri di lunghezza e possiede una caratteristica colorazione metallica, prevalentemente verde smeraldo, con tonalità bronzee o ramate.

Habitat

È comune trovarli in Europa centrale e meridionale e in alcune zone dell’Asia, soprattutto nei mesi tardo primaverili e ben soleggiate.

È facile trovare questi piccoli scarabei nei giardini ricchi di fogliame o alberi marcescenti, luoghi prediletti dalla femmina per deporre le uova, soprattutto i tronchi cavi o dove abbonda la sostanza organica in decomposizione.

Al momento della schiusa infatti, le larve si nutrono prevalentemente di materiale organico, che digeriscono in un secondo momento grazie ai batteri che vivono in simbiosi nel tratto digerente.

È curioso notare che, a causa del basso potere nutritivo del legno e del fogliame di cui si nutrono e di condizioni avverse del microambiente, lo stadio larvale può protrarsi molto a lungo, anche per anni.

Sviluppo e riproduzione

Giunta alla maturità, la larva si costruisce una piccola cella impastando letteralmente escrementi e terriccio a secrezioni orali.

In questo piccolo ambiente protetto, si trasforma in pupa e dopo circa trenta giorni termina la metamorfosi in adulto.

Dopo la trasformazione, i coleotteri adulti si cibano per 3-6 settimane.

È importante notare che la Cetonia ha sviluppato un delicato sistema boccale composto da molteplici parti, tra cui labbri, mascelle e palpi che permettono la masticazione di parti vegetali molto tenere.

Compiono ogni attività alla luce del sole e non adottano alcun comportamento mimetico ma entrano in tanatosi se minacciate (si fingono morte), producendo anche un nauseabondo odore a danno del predatore (strategia chimica grazie agli acidi urico e formico che impregnano gli organi interni e vengono espulsi).

Curiosità

La Cetonia è molto ghiotta di nettare e altre sostanze zuccherose ed è considerata anche un buon impollinatore.

Nonostante ciò può creare danni più o meno gravi ad alcune tipologie di fiori e frutti (soprattutto quelli che hanno gli organi riproduttivi ben nascosti come le rose, ad esempio) per arrivare fino al nettare.

Le larve invece sono considerate utilissime perché nutrendosi solo ed esclusivamente di materiale marcescente, accelerano il processo di degradazione della materia organica, per formare nuovo terreno fertile.

Importante ricordare che, contrariamente a quanto si pensa, le larve non sono assolutamente dannose per le radici degli alberi.