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Costasiella kuroshimae: la lumaca di mare “pokemon”

Tra i più curiosi animali del nostro pianeta, un posto speciale spetta senz’altro  alla costasiella kuroshimae, una piccolissima e alquanto bizzarra lumaca di mare, scoperta poco meno di trent’anni fa, al largo delle coste dell’isola giapponese di Kuroshima, da cui prende appunto il nome, sebbene sia forse più conosciuta col suo nome inglese “Leaf sheep”, letteralmente tradotto come pecora a foglia.

Questo bellissimo mollusco vive principalmente nelle acque a sud-ovest del Giappone, fra le isole di Taketomi, Kuroshima, Okinawa e isole Ryukyu, ma ne sono stati rivenuti diversi esemplari anche a nord dell’arcipelago delle Filippine e al largo delle coste indonesiane.

Le sue dimensioni medie variano dai 5 ai 10 millimetri, ma ciò che sorprende di questo mollusco è decisamente il suo aspetto singolare: somiglia infatti ad una coloratissima ed adorabile pecorella dei cartoni animati.

Sprovvista di guscio, la costasiella ha un corpo caratterizzato da pennacchi luminescenti che sembrano foglie mosse dalla brezza, ed una testa piatta con piccolissimi occhi neri, dotata di due rinofori con funzioni tattili, che assomigliano a delle lunghe antenne.

I suoi colori sgargianti sono dovuti al fatto che, cibandosi dei filamenti delle alghe, trattiene da essi i cloroplasti (piccoli organismi in grado di catturare e riflettere la luce) che vanno ad “illuminare” tutto il suo corpo; ed è proprio grazie a questa sua particolare bioluminescenza che la costasiella kuroshimae riesce a proteggersi da eventuali predatori, mimetizzandosi appunto fra la vegetazione marina.

Ma le alghe non sono l’unico cibo della costasiella: questa lumaca di mare infatti, è uno tra i pochissimi animali al mondo in grado di effettuare la fotosintesi clorofilliana e di sopravvivere diversi mesi anche solo grazie ad essa. Proprio come le piante, in effetti, riesce ad immagazzinare l’energia della luce solare e di nutrirsi di essa.

Il fatto che la costasiella kuroshimae sia stata scoperta solo nel 1993, la rende tuttora un animale da osservare e studiare, di cui non si conosce ancora tutto. Alcuni scienziati tedeschi hanno addirittura ipotizzato che questo mollusco possa catturare e replicare il DNA delle alghe marine di cui si ciba, ma è una tesi non ancora scientificamente dimostrata.