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Astrilde di Sant’Elena, con un mascherina sul volto

L’estrilda astrild, più noto come l’astrilde di Sant’Elena, è un passeriforme facente parte della famiglia degli Estrildid.

Contrariamente a quanto si possa credere, questo uccello passeriforme è tipico dell’Africa subsahariana.

Difatti, l’astrilde di Sant’Elena, solo successivamente, accidentalmente o volontariamente, venne ad essere introdotto in numerose aree come, appunto, l’isola di Sant’Elena.

Quindi, oggigiorno, le popolazioni di Astrilde di Sant’Elena, possono essere trovate, ad esempio, nella Penisola Iberica, nelle Isole Canarie e perfino in Brasile.

Dal peso di circa dieci grammi, l’astrilde di Sant’Elena è un uccello dalle dimensioni piccole. Difatti, la sua lunghezza si aggira tra gli 11-13 cm, mentre la sua apertura alare è tra i dodici e i quattordici centimetri.

Sono degli uccelletti che hanno un aspetto molto slanciato, dotati di una lunga coda rettangolare, di corti ali arrotondate e di un becco appuntito, conico e forte.

La sua livrea si caratterizza per la sua fitta zebratura zigzagante dal colore bruno-grigiastro che, su ventre, fianchi e dorso diventa più scura.

Invece la livrea dell’astrilde di Sant’Elena nella zona petto e gola, tende a schiarirsi per diventare biancastra.

La testa presenta una banda rossa che, assottigliandosi nella sua zona temporale, va a disegnare sul suo volto una sorta di mascherina.

Il suo becco è rosso corallo, bruno scuro i suoi occhi mentre, le zampe dell’astrilde di Sant’Elena sono di colore carnicino. Data la forte similitudine dei due sessi, non è sempre facile riuscire a distinguerli.

Seppure non sia propriamente considerato un mezzo sicuro per farlo, si è soliti considerare che le femmine, nella loro zona ventrale, mostrano un viraggio verso il bruno della livrea.

Uccelli molto vivaci e diurni, esclusa la stagione riproduttiva, risultano essere particolarmente sociali. Difatti, non è raro che vadano a formare notevoli stormi anche in compagnia di altre specie.

Prevalentemente granivoro, l’astrilde di Sant’Elena, è particolarmente ghiotto di semi di graminacee quali, ad esempio, miglio giapponese, digitaria, teff e miglio.

Di solito, passano la notte tra canneti e alberi, per poi all’alba abbandonarli per andare alla ricerca di cibo.

Andando a concludere, si ricorda che la loro stagione riproduttiva si svolge durante il periodo delle piogge, ovvero quando vi è una disponibilità di cibo maggiore.