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Isopode gigante: un eccellente esempio di gigantismo abissale

Se si volesse andare a sintetizzare quelle che possono essere le principali caratteristiche di questa specie di crostacei appartenente alla famiglia Cirolanidae, se ne potrebbero evidenziare due.

La prima, è che l’isopode gigante è in grado di poter vivere ad abissali profondità che possono essere di 2.500 metri.

La seconda, è che possono raggiungere delle considerevoli dimensioni.

In pratica è un eccellente esempio di gigantismo abissale.

In effetti, il fatto che a profondità che possono raggiungere i 2.500 metri vivano esemplari che possono anche arrivare ad avere una lunghezza di ben 75 centimetri, evidenzia tutto il potere della Natura.

Seppure i crostacei Bathynomus siano una tipologia di crostaceo nota da diverso tempo, tuttavia, la specie giganteus venne ad essere classificata solamente nel 1879 da Alphonse Milne-Edwards.

Invece, nel 1891 venne ad essere studiato, per la prima volta, un esemplare femmina.

Indubbiamente le ricerche oceanografiche hanno permesso di poter cercare di conoscere meglio l’isopode gigante.

Tuttavia, il fatto che sia solito vivere gli abissi non facilita gli studi e le ricerche.

Crostaceo della famiglia Cirolanidae, l’isopode gigante si caratterizza anche per via della sua conformazione particolare degli arti.

Infatti, questi si presentano suddivisi in 7 identiche coppie.

Tra i più grandi crostacei al mondo, il Bathynomus giganteus è di una corporatura che risulta essere tozza e solida.

Dato che sono soliti colonizzare i fondali oceanici, questo particolare crostaceo è soggetto a quello che è solitamente definito gigantismo abissale.

In sostanza, si tratta di un fenomeno che determina la loro dismisurata crescita per poter, probabilmente, resistere tanto alle rilevanti pressioni quanto alle temperature estreme degli abissi.

Questo è emerso da una ricerca accurata che, tra l’altro, ha anche potuto dimostrare che l’isopode gigante è presente da oltre 160 milioni di anni.

Indiscutibilmente, le profondità oceaniche non facilitano un vivere semplice.

Infatti, oltre ad non essere molto buone le condizioni generali di vita, vi è anche una scarsità di cibo.

In base ad alcuni esperimenti compiuti, è stato evidenziato che il Bathynomus giganteus possa resistere fino a due mesi senza mangiare.

Un considerevole tempo che, tra l’altro, mette in luce come sia molto lento il metabolismo di questi originali crostacei.

Per quanto riguarda la sua alimentazione, si nutre principalmente della carne dei pochi pesci che riesce ad incontrare e dagli scarti provenienti dalla superfice.