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Sfinge del Convolvolo: una falena molto diffusa

La Sfinge del Convolvolo (Agrius convolvuli) è una falena diffusa in Europa, Asia settentrionale, Africa settentrionale e nella parte centrale della penisola arabica.

Si tratta di una falena dalle dimensioni ragguardevoli con apertura alare che va tra gli 8 e i 12 cm e con una spirotromba che può facilmente raggiungere i 10 cm con la quale si nutre anche del nettare dei fiori a corolle profonde.

Descrizione

Dotata di ali allungate di colore bruno o grigio, ha un addome grande caratterizzato da fasce alternate di colore rosa e nere.

Ha grandi occhi, adatti alla visione crepuscolare, e lunghe antenne fusiformi più lunghe negli esemplari maschili. Gli esemplari di questa specie hanno nel torace dei potenti muscoli che gli permettono di librarsi in volo come fanno i Colibrì per nutrirsi del nettare dei fiori.

La capacità di restare ferme in volo, grazie ad una frequenza di 85 battiti alari al secondo, gli permette anche di deporre le uova senza posarsi sui fiori. Quando non è in volo la sfinge del convolvolo richiude le ali a coprire completamente il dorso colorato. Questo fa sì che a riposo possa essere facilmente confusa con un pezzo di legno o con una corteccia adottando un perfetto mimetismo.

Il bruco raggiunge le dimensioni di 6 cm ed ha un colore giallo o bruno, ha il corpo glabro con un corno posto sulla sommità del capo. Si nutre del convolvolo, la pianta sulla quale la femmina ha deposto le uova e sulla quale vive fino a quando non è il momento di impuparsi.

Questa specie prende il nome dalla posizione che assume il bruco quando è a riposo, con il corpo semi sollevato e le zampe poste in avanti, proprio come una sfinge.

Abitudini e curiosità

La sfinge del convolvolo è un animale migratore in grado di percorrere anche grandi distanze. In Italia è ampiamente diffusa. Gli adulti vivono tra giugno e settembre e danno vita a due generazioni ogni anno. A partire da settembre le nuove generazioni scavano gallerie sotterranee dove si formano le crisalidi. Le crisalidi restano sottoterra per tutto l’inverno e ai primi caldi della primavera emergono le nuove falene pronte per riprendere il ciclo