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Condor delle Ande: una specie da proteggere

Il condor andino (Vultur gryphus) vive in Sud America, dalla Colombia fino alla terra del fuoco, lungo tutta l’estensione della catena delle Ande, anche se attualmente è raro avvistarlo in Venezuela.

Caratteristiche

Secondo volatile per apertura alare, che raggiunge anche i 3 metri, il condor andino è un uccello dell’ordine Accipitriformes, ordine dei Catartidi.

Grazie alle ali ampie e potente riesce a percorrere lunghissime distanze, sfruttando le correnti del vento.

Ha un piumaggio scuro, tendente al nero, il collo e la testa sono nudi, probabilmente una forma di adattamento, visto che la sua dieta si basa prevalentemente di carogne e quindi risulterebbero più facili da ripulire, al contrario delle piume e penne.

I maschi sono riconoscibili sia per la cresta carnosa di circa dieci centimetri di lunghezza sia per il colore dell’iride: nella femmina tende al rossastro, mentre nel maschio è bruno pallido.

Ha un becco robusto per strappare brandelli di carne, zampe grigie, unghie non molto forti e una corta coda di forma rettangolare.

Il condor delle Ande è l’unico rapace a mostrare uno spiccato dimorfismo sessuale, ma entrambi i sessi mostrano una caratteristica davvero unica: il colore della pelle del viso e del collo cambia in base all’umore dell’animale.

Questo tratto peculiare viene anche usato dai maschi nella stagione dell’accoppiamento per mettersi in mostra con le femmine.

Alimentazione e rischi

È stato quasi portato all’estinzione, grazie ad un’intensiva e continua caccia nel corso degli anni.

Da sempre ritenuto essere predatore di mandrie o altri animali domestici, il condor delle Ande è in realtà  un animale necrofago (come la maggior parte degli avvoltoi), si nutre infatti di carcasse, anche se all’occorrenza può cacciare uova e piccoli di altre specie.

Spesso i condor andini si radunano con altre specie per cacciare insieme, unendo i propri tratti caratteristici come l’ottima vista o il buon olfatto.

Oltre a nutrirsi di specie autoctone o portate dall’uomo (come cavalli, bovini o cinghiali), si nutrono anche di carcasse di animali marini, se sono vicini a zone marittime.

Se cacciano, preferiscono piccoli animali come marmotte o conigli.

Nonostante ciò, non sono buoni cacciatori poiché non hanno forti zampe prensili come gli altri rapaci e per tenere ferma la preda la tengono ferma standogli sopra, per poi nutrirsene quando sono ancora vive.

Riproduzione

Le femmine nidificano e depongono le uova al riparo di cavità rocciose, a volte in solitudine, a volte in gruppi di circa 20 esemplari.

Solitamente viene deposto un solo uovo, che necessita di soli due mesi di incubazione. Alla nascita i piccoli sono coperti di piumaggio grigio-olivastro e marrone.

Il piccolo rimane nel nido per circa 6 mesi, ma dipende tutto dai genitori, dopo l’involo.

Curiosità:

  • E’ un animale estremamente longevo. Non si conosce la reale durata della sua vita in natura, anche se si stima oltre i cinquanta anni, ma in cattività vivono fino a ottanta anni.
  • È un animale monogamo, quindi si presume che dopo aver scelto un compagno, ci trascorra tutta la vita.
  • Il condor andino è anche estremamente gerarchico: tendendo a posarsi in gruppo durante i voli, vengono a crearsi delle dinamiche di branco per cui gli esemplari più anziani e maschi, che occupano i posti più assolati e riparati dal vento, a seguire femmine e giovani.