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La scimmia di mare: la resilienza nel mondo animale

La “scimmia di mare”, o Artemia salina, è un piccolo crostaceo d’acqua salata.

È una specie decisamente cosmopolita: essendo un animale che si ritiene essere antichissimo (si calcola qualche milione di anni), ha sviluppato capacità di adattamento a condizioni di vita che altrimenti sarebbero estreme.

Grazie a questa capacità è stata in grado di colonizzare ambienti come le pozze delle saline, caratterizzate da alta salinità e prosciugamenti periodici.

Per ovviare a queste situazioni estreme, l’Artemia salina è in grado di deporre uova cistate, ovvero avvolte da uno strato durevole e resistente, in grado di rimanere in quiescenza (chiamata anche criptobiosi) per lunghi periodi, a volte anche anni, fino al momento in cui non si presentano nuovamente le condizioni per la schiusa finale.

Grazie agli studi su questo crostaceo, si è potuto vedere che le uova “cistate” possono sopravvivere a una perdita del 97% dell’acqua al loro interno.

La ciste poi blocca tutti i processi vitali ed entra in uno stato di “morte apparente”, una specie di sospensione asciutta del momento di incubazione.

L’Artemia si riproduce via anfigonica (o sessuata) in acqua. Nel caso in cui la salinità dell’acqua sia al di sopra del 40 per mille, la riproduzione avviene per via partenogenetica (lo sviluppo dell’uovo avviene anche nel caso in cui non sia fecondato), le uova sono già avvolte dal guscio rinforzato.

Se invece la salinità dell’acqua è al di sotto di questo valore, la riproduzione avviene per via sessuale. Inoltre, in caso di emergenza, la riproduzione può diventare asessuata.

I piccoli di Artemia, chiami nauplii, possono resistere fino a 48 ore all’interno del sacco in cui è avvolto l’uovo, ricco di lipidi e zuccheri, senza alcuna necessità di nutrimento.

nauplii

L’Artemia si nutre di fitoplancton e batteri. Può vivere fino a 700 giorni e può genere fino a 400 nauplii in tutta la sua vita.

Si è adattata a vivere in qualsiasi ambiente, che sia di acqua salata o acqua dolce, con un intervallo termico che va dai 5°C ai 40°C, quindi praticamente ovunque.

Per riprodursi ha però bisogno di una temperatura compresa tra i 20°C e i 35°C, in acque con una salinità compresa tra il 30 e il 50 per mille.

Curiosità

L’Artemia salina è frequentemente usata come alimento per pesci d’acquario e viene allevata appositamente a questo scopo.

Vengono utilizzati più spesso i nauplii, le uova appena schiuse, per il loro sacco vitellino che contiene elementi utili all’alimentazione dei pesci.

Vengono vendute in tutto il mondo: a partire dagli anni 70 in paesi come gli USA, le uova vengono vendute complete di acquario e sali marini, per permettere all’acquirente di far crescere e nutrire questi piccoli crostacei.

Molte comunità aborigene australiane hanno adottato l’Artemia salina come animale totemico, in virtù della sua innata capacità di adattamento a qualsiasi ambiente altrimenti ostile alla maggior parte degli animali.

Non si sa esattamente per quanto può durare lo stato di “morte apparente” delle cisti, ma nel 1990 sono state recuperate da un pozzo di trivellazione profondo alcune centinaia di metri alcune cisti ibernate.

A seguito dell’immersione in acqua, alcune di queste uova, dopo 24 ore, si schiusero dando vita ad Artemie perfettamente formate. Su queste uova venne eseguito il test del Carbonio-14: si scoprì che avevano 10.000 anni.